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    SI SCRIVE PER SÉ STESSI O PER GLI ALTRI?

    Si scrive per sé stessi o per gli altri? Nel corso degli anni me lo sono chiesta spesso, e credo che la risposta sia cambiata durante la mia vita di “scrittrice”. Quando ero molto giovane credo che scrivessi soprattutto per me stessa: riempivo diari e quaderni di brevi racconti ispirati a fatti di cronaca o a quello che accadeva a me o a qualcuno che conoscevo; e non li facevo leggere a nessuno, nemmeno ai miei genitori (i racconti). Per quello che ricordo credo che avessi dei sentimenti contrastanti in merito: timore che non piacessero misto a gelosia per i miei pensieri – ero gelosissima dei miei pensieri e infatti…

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    I MIEI LIBRI PREFERITI INFLUENZANO LA MIA SCRITTURA?

    Mi sono spesso chiesta se i miei libri preferiti abbiano in qualche modo influenzato il mio stile di scrittura. Per anni tendevo a copiare, anche involontariamente, il tipo di scrittura dell’autore che stavo leggendo (come racconto anche qui): se era Hemingway scrivevo brevi racconti con pochissimi aggettivi e frasi spezzettate dalla punteggiatura con il suo stile; se erano Emily Brontë o Jane Austen mi dilungavo in pittoriche descrizioni di paesaggi campestri e dolci fanciulle in cerca di marito. In generale non amo i libri troppo descrittivi, mi piacciono i libri d’azione (anche interiore, quelli in cui sembra non succedere niente ma che alla fine scopri hanno agito su di te),…

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    INSEGNARE IL PIACERE DELLA LETTURA

    In questa ennesima domenica di pioggia mentre cercavo qualcosa da far fare a mio figlio di nove anni – che si stava annoiando ma non ne voleva sapere di fare i compiti delle vacanze – mi sono trovata a chiedermi se il piacere della lettura sia innato o se si possa in qualche modo apprendere (e quindi anche trasmettere). Io sono cresciuta in una famiglia di grandi lettori: mio padre e mia zia hanno case che scoppiano letteralmente di libri, per la maggior parte della loro vita li ho visti leggere anche un paio di romanzi a settimana (mai contemporaneamente, come filosofia di vita), li ho visti leggere qualsiasi cosa…

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    LETTERA APERTA A (ALCUNI) BLOGGER LETTERARI

    Cari blogger letterari che non accettate nessuna richiesta da parte di autori auto-pubblicati, vi scrivo perché mi piacerebbe farvi comprendere che state sbagliando. Ho letto oggi che per colpa di qualcuno non si legge più l’opera auto-pubblicata di nessuno (come in quel cartello vintage che ho visto in qualche vecchio bar del centro contro la pratica di fare credito ai clienti). Ho letto anche che la democratizzazione del web avrebbe influenzato negativamente la qualità delle opere, be’ caro blogger letterario che sei contro l’auto-pubblicazione hai mai riflettuto sul fatto che senza tale democratizzazione tu non avresti la possibilità dare visibilità alle tue opinioni (neanche a questa)? A questo punto bisognerebbe…

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    PERCHÉ L’ISOLA DI SAN GIULIO?

    Alcuni lettori mi hanno chiesto perché ho ambientato il libro “Nico, Alice e l’isola del drago” proprio a San Giulio. Ebbene, come spesso è accaduto per altri particolari di questo romanzo, la decisione è stata un mix di esigenze funzionali alla storia e di… fortuna. Avevo la necessità di ambientare le vicende di Nico e Alice in un luogo circoscritto e sicuro dove due ragazzini di 11 e 7 anni avessero la libertà di muoversi senza vincoli genitoriali; siccome all’inizio del libro ho menzionato la Toscana come il loro abituale luogo di residenza mi serviva una località abbastanza lontana dalla loro casa per giustificare la sensazione di distacco dagli amici…